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C’è un motore nel private equity, più occupazione nelle aziende miste

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Una maggiore crescita del tasso di occupazione e un più alto livello di managerializzazione nelle aziende gestite da private equity. Questa la…

 

Una maggiore crescita del tasso di occupazione e un più alto livello di managerializzazione nelle aziende gestite da private equity. Questa la fotografia scattata da PwC all’interno dell’Economic impact, dal quale risulta che nel periodo 2003-13, nonostante il tasso occupazionale italiano sia calato dello 0,4%, quello delle società partecipate da operatori di private equity è salito del 5,3%.

Secondo Carlo Gotta, investment manager del Fondo Ict di Orizzonte sgr, la specializzazione e la focalizzazione specifica di settore diventano volano di innovazione per le imprese. “L’apporto di know-how e competenze nuove, con l’ingresso di professionalità che integrino quelle già presenti nelle aziende, rientra tra i principali driver per lo sviluppo di queste società”.

Non sempre però l’ingresso di un private equity comporta un cambio nel timone della società. Per esempio, Fausto Manzana è rimasto alla guida di GPI (servizi e soluzioni Ict per la sanità e la p.a.), anche dopo l’acquisizione, nel 2013, di una quota di minoranza da parte di Orizzonte. Nonostante questo, l’organico è cresciuto e sono stati fatti degli inserimenti anche a livello dirigenziale, tanto che Gpi dovrebbe chiudere il 2015 con oltre 2800 dipendendi, dai 1500 del 2014. “Le esigenze di un monitoraggio gestionale strutturato rendono indispensabile l’inserimento in azienda di professionalità adeguate nell’ambito dell’amministrazione, finanza e controllo, risorse in grado di dialogare nella stessa “lingua” e ai massimi livelli con gli stakeholder del settore del credito e degli investitori in genere”, spiega Manzana.