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Le tecnologie sanitarie e le best practice per la medicina di prossimità nel 2023

Blog, PHM

In che modo e con quali tecnologie sanitarie è possibile creare un modello efficace di medicina di prossimità? Ecco le risposte

L’evoluzione del Servizio Sanitario Nazionale passa attraverso un nuovo modello di assistenza territoriale di prossimità, supportato e abilitato da tecnologie sanitarie innovative. La medicina di prossimità, infatti, risponde a un modello organizzativo finalizzato ad avvicinare le risposte ai bisogni di salute dei cittadini; in altri termini, serve a portare la cura presso il paziente e non viceversa.

 

Investire in medicina di prossimità significa porre le basi per un sistema sanitario moderno, efficiente e, soprattutto, più vicino alle esigenze dei pazienti, che superi la centralità della prestazione ospedaliera a favore di un ecosistema capillare, agile e diffuso di strutture, di professionalità e di strumenti innovativi a disposizione dei cittadini.

 

Verso il 2023: PNRR, reti e strutture di prossimità

Il PNRR ha un ruolo essenziale nel percorso appena delineato. Nell’ambito della Missione 6 C1 (Componente 1), dedicata alle “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale” è stato previsto un investimento da 2 miliardi di euro per realizzare 1.288 Case della Comunità entro il 2026 e da 1 miliardo di euro per gli Ospedali di Comunità (388). Il fabbisogno necessario per concretizzare l’obiettivo della Casa come primo luogo di cura è stato invece quantificato in 4 miliardi di euro, di cui 1 miliardo per la telemedicina.

 

È palese l’intento del PNRR di agire contestualmente su due fronti: quello dell’ammodernamento organizzativo, vero e proprio pilastro di una sanità moderna e capillarmente diffusa, e quello del potenziamento del comparto tecnologico, che di fatto coinvolge la Componente 2 intitolata Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale.

 

Tecnologie sanitarie: interoperabilità, valorizzazione del dato e rischi connessi

In un periodo di profondi cambiamenti, ci si interroga circa il ruolo delle tecnologie sanitarie e su come implementarle per rendere sempre più connesso ed efficiente il sistema sanitario.

 

In primis, un paradigma moderno di assistenza territoriale, come quello disegnato dal PNRR, è di fatto un ecosistema di player fondato sulla continua interazione e condivisione di informazioni. Lo scambio, la condivisione e la valorizzazione del dato sarà il filo conduttore della sanità moderna a tutti i livelli: territoriale, regionale e nazionale. Nel prossimo futuro, la cosiddetta interoperabilità del dato consentirà di adottare una reale visione ecosistemica e valorizzerà al massimo strutture abilitanti come il Fascicolo Sanitario Elettronico, che non a caso è soggetto a una forte spinta evolutiva di cui vedremo i frutti nel 2023.

 

Nell’ambito delle tecnologie sanitarie rientrano tutte quelle del paradigma Big Data, e in particolare le tecniche afferenti al macrocosmo dell’Intelligenza Artificiale. In un settore ricco di dati come la sanità, la valorizzazione e l’adozione dell’approccio predittivo determineranno benefici a tutti i livelli: quello sistemico, ma anche della singola struttura sanitaria e del paziente, grazie ad una maggiore personalizzazione dei servizi. Inoltre, l’impiego di tecniche di AI è alla base del percorso verso la medicina di precisione, della quale la radiomica e la radiogenomica sono manifestazioni quanto meno promettenti.

 

Parlando di best practice, non si sottovalutino tutti i rischi connessi alla forte digitalizzazione dell’ecosistema sanitario, primi fra tutti quelli cyber. Secondo il Rapporto Clusit 2022, il 13% di tutti gli attacchi informatici del 2021 è stato indirizzato a strutture del settore sanitario. Adottare modelli e strumenti avanzati di difesa, nonché comportamenti virtuosi e percorsi di security awareness sarà sempre più importante per governare al meglio un paradigma sanitario iper-digitalizzato.

 

Il grande potenziale della telemedicina

La telemedicina, cui il PNRR dedica un investimento da 1 miliardo di euro, è il pilastro della medicina di prossimità. Le varie fattispecie di cui si compone, tra cui teleconsulto, televisita e telemonitoraggio, sono strumenti essenziali per:

 

  • ottimizzare l’assistenza domiciliare;
  • gestire in modo efficiente le patologie croniche;
  • garantire continuità di assistenza nelle aree remote;
  • abilitare nuove modalità di prevenzione e di cura;
  • connettere ruoli e strutture all’interno di un modello assistenziale diffuso.

 

La telemedicina non è di per sé una tecnologia sanitaria, ma lo sono tutte quelle che la abilitano. Piattaforme di analisi dei dati, strumenti medicali indossabili e i cosiddetti wearable possono abilitare fattispecie di monitoraggio innovative a beneficio dell’efficienza del sistema e degli esiti di salute per i pazienti. Il tutto, ulteriormente abilitato dalla continua evoluzione di tecnologie e infrastrutture di rete: non a caso, la telechirurgia rappresenta una dei principali use case delle reti 5G, che garantiscono performance tali da condurre la sanità un livello di innovazione mai sperimentato prima.